Ancora una volta, hanno lasciato il segno. Non solo sui miei timpani, che tuttora fischiano per la cartella di decibel assorbita una dozzina di ore fa, o sui miei piedi calpestati da metà dei presenti all’imballatissimo Alcatraz. L’hanno lasciato soprattutto in testa, dove estinto il fervore del live, resta il persistente senso di aver assistito a uno spettacolo unico e irriproducibile nelle sue deliranti sfumature. Dopo cinque concerti italiani nel giro di pochi mesi, sommati a chissà quanti altri in giro per il mondo, c’era la concreta possibilità che i Gogol apparissero un pò scarichi e meno entusiasmanti rispetto a
quanto visto a Cascina Monluè lo scorso giugno. Un’illusione che dura poco perché bastano due minuti e il devastante startup con “
Not a crime” l’ha già estinta, sprigionando un’energia istintiva impossibile da contenere, quasi fosse l’ora d’aria concessa al di fuori della “prigione” quotidiana, fatta di costrizioni e atteggiamenti pacati. Non resta quindi che bearsene, lasciandosi coinvolgere fino in fondo dallo sghembo
Eugene Hutz, che guida i suoi attraverso una circense esecuzione di quasi tutto il repertorio e si riconferma instancabile macchina da spettacolo e brillante intrattenitore. Unico carburante una bottiglia di vino, che viene spesso resa partecipe dello show ed esibita fieramente prima di intonare in modo acustico e a luci basse il pezzo tributo “
Alcohol”. Ma non c’è solo il baffuto frontman a conquistare il pubblico, anche il violinista Sergei è perfettamente a suo agio on stage e le due percussioniste/ballerine non sono da meno. A dirla tutta ognuno degli 8 elementi dà il suo apporto anche scenografico e sa perfettamente come muoversi e cosa fare. Il risultato è una corale e continua baraonda che ubriaca la vista e, insieme alla potenza di suono sprigionata dagli strumenti, rende il tutto semplicemente irresistibile.
Dopo litri di sudore felice, arriva la fine e sembra quasi un’ingiustizia aver pagato solo 18 euri per tutte quelle emozioni, tanto che mi appresto subito ad acquistare una maglietta e la copia originale dell’album che ancora non possedevo. Ora questo dovrebbe essere un report, ma mi rendo conto che ormai si è trasformato in una vera dichiarazione d’amore e non potrebbe essere altrimenti. Chi li ha già visti forse mi può capire, a tutti gli altri invece dico: se non avete visto i Gogol Bordello, non avete mai visto un live.
p.s. la mia fotocamera non è stata in grado di fare foto decenti, ma per fortuna c'è sempre
Flickr!
Etichette: Live reports
8 Comments:
che ficata che deve esser stato..
Puoi dirlo, fratello! Se nel 2008 tornano, non devi mancare!
c'ero anch'io...ottima recensione!
non pensavo che fosse possibile un loro concerto "al chiuso", ed invece...
:)
Bella Crudo, dovevi esserci! Sicuramente loro sono più adatti ad un live estivo, il festival di cascina monluè ad esempio era il contesto ideale. Ma questi pazzi zingari saprebbero farti scatenare anche se il concerto prevedesse di essere rinchiusi in un ascensore bloccato! :-)
Com'è che io mi perdo sempre i live migliori?? Chissà se i Subsonica sabato sera saranno altrettanto entusiasmanti...
Di certo il live dei sbs sarà più spettacolare, ma senza l'ausilio della tecnologia non c'è paragone con i Gogol. Anche noi vedremo Samuel & co, ma a Milano il 6 dicembre
ran - taranta
super taranta!!!!
grande Eugene!!!
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