Non stiamo parlando dell’effetto para-farmacologico, ma della band a cui gli Interpol sembrano ispirarsi quando
si trovano on stage. Infatti, come Molko e soci, il gruppo di NYC ieri sera non ha convinto in versione live, confermando i sentori di un paio di anni fa quando li vidi all’ex Propaganda. Tecnicamente perfetti, ma senza quella energia che dovrebbe trascinare in una location come quella di un Alcatraz imballato di gente e colori. Questo il grosso limite degli Interpol “fuori dal solco”, troppo impegnati sul virtuosismo strumentale, ma poco sul lato umano, basando l’ora e 45 di scaletta claudicante su perni quali Slow Hands,
Evil e Obstacle 1. Il resto è un brodo di nenie dal miglior revival new wave che innescano lo sbadiglio ad un pubblico per una volta e eterogeneo e non troppo frangettato. Troppo severo? Forse, anche se ci sono un paio di attenuanti. Il fatto che la sera precedente pare abbiano davvero spaccato in quel di Firenze e l’aver avuto come supporter il carnevale di Rio (!!!) dei
Blonde Redhead.Ascolta
The Heinrich ManeuverEtichette: Live reports
2 Comments:
Che severità!!! Devo ammettere che ci sono stati dei momenti un po' statici ; sicuramente non sono dei "trascinatori", non hanno niente a che vedere con band come i Muse (fantastici!!!)ma il mio giudizio è molto meno severo del tuo. Mi sono piaciuti! Forse il voler mantenere un certo "distacco" è voluto. Un po' di stanchezza cmq l'ho notata anch'io. L'Alcatraz era veramente imballato....era da tempo che non lo vedevo così....keep on rockin' in the free world!!!!!
W i formaggi ;-)
Sabina
Come temevo. Ho visto un paio esibizioni loro in tv e ho provato quello che dite.
Poi c'è sempre un'altra data dove hanno spaccato. A me ad esempio qualcuno lo ha detto pure di Milano. Ma non mi fido :)
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