James Murphy e soci spaccano. Era da tempo che non sentivo fare il rock & roll con così tanta passione. Se proprio il new rave deve esistere, beh, allora, vorrei che fosse una cosa come questa. Nulla a che vedere con la “scialberia” fluorescente dei vari Klaxons che hanno già fatto il loro tempo. Nessuna frangetta, nessun glowstick, nessuna movenza da “wannabe addicted”. Murphy è cicciotto, impacciato, mal vestito e con la barba lunga; non parliamo poi di Charles Manson alla batteria… Solo musica diretta all’osso. Il sound dell’LCD Soundsystem trasuda tutta quella New York contaminata e in perenne movimento di talkinheadsiana memoria. Anyway, il gig inizia verso le 22 dopo una visionaria quanto pallosa performance di una tale con un bel nome che non ricordo. L’atmosfera glaciale del Rolling Stone – si conferma una delle venue peggiori di sempre – viene subito sciolta da una bella infilata di hit fra cui “Daft Punk Is Playing At My House” e “North American Scum” in versione decisamente punk. Dopodiché tutto prende una dimensione più astratta, più simile ad un DJ set che ad un live, con pezzi dalla stesura progressiva ed ipnotica. Il groove organico di basso, batteria, chitarra ed un pizzico di elettronica trascina i corpi sudati che si agitano in mezzo ai soliti fumatori di frodo (un grappolino di metastasi x voi!) e lo spazio-tempo si dilata. Ancora qualche pezzo, fra cui l’incendiaria Tribulations, tempo di sedare un principio di rissa e Murphy chiude le danze. LCD Soundsystem promossi a pieni voti. Finalmente la sostanza torna ad essere una priorità.