Assistere ad un concerto di Moltheni...Difficile da descrivere per me. In questi casi sono priva di imparzialità... un suo concerto è per me momento di sublimazione, catarsi, esempio magistrale di edulcorazione dei dolori che ci portiamo dentro.
Un'emozione pazzesca...Roma poi, c'è da dire, accoglie Moltheni SEMPRE nel migliore dei modi. Una folla di gente gremiva sabato sera il Circolo applaudendolo, urlando, interagendo con lui per circa 1 ora e mezza, tra un bis e l'altro. Di tanto in tanto tornava sul palco per un altro pezzo... le persone sembravano onde... andare, tornare... divertente persino! Una scaletta che difficilmente ha lasciato qualcuno insoddisfatto. Ha lambito "Splendore Terrore", consumato "Toilette Memoria", accennato "Natura in replay", rivisitato "Fiducia nel nulla migliore"... più un pezzo estemporaneo che ha partorito in camerino durante l'attesa... quell'uomo è fertile di genialità. I suoi testi sono da sempre il punto di forza della sua creatività. Gravidi di amore, disinteresse, ansia di vivere, un apparente e involontario stream of consciousness che ti conduce, senza che tu ne avverta la forzatura, ad una visione poco a poco meno sfocata delle cose. Ho sempre trovato eccezionale il suo personale modo di racchiudere in poche frasi sensazioni e concetti che pretenderebbero un abuso compulsivo di parole. Un pregio di pochi. Il pezzo, inaspettato ma bello, ha avuto buon riscontro e attenzione anche perchè un suo set acustico già di per se è penetrante. Quell'uomo mi sembra così piccolo sul palco... intenso, fragile... a volte l'ho visto talmente preso dalla sua passione che mi è sembrato privarsi di un pò di sè stesso per darlo a noi. E' capace, solo con la chitarra e con la voce, così roca, intima, densa, salata, di creare un'amosfera che pretende concentrazione assoluta. La sua musica..non sono musicista e quindi parlo da blasfema.. Gli arrangiamenti melodici, seppur apparentemente noiosi, cupi si fondono con la sua vocalità, con le sue liriche in una tale alchimia che mai si penserebbe che una cosa sia esistita prima senza l'altra. Ok , è tutto perfettibile in fondo, ma credo che abbia rasentato più d'una volta la perfezione. Vedo le sue creazioni come l'incontro tra amanti..parole, musica, voce... avviene come un incontro amoroso e quello che ne viene fuori non può essere che passione. Il tutto si fonde nel tutto. Elementi matrioska. Bravo Moltheni.
Si esce dai suoi concerti ammirati, storditi, avvinti, pensanti...
Quasi mai si comprende se lui è una malattia... oppure la cura.

Alexxx

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