Nel gelido sabato sera meneghino, popolato da guidatori incapaci mandati in crisi da pochi cm di neve, arriviamo al Transilvania alle 21.30. Tutti i buoni auspici per la serata vanno subito in vacca: la temperatura interna è siberiana, il pubblico scarso e mal assortito e l'acustica come al solito fa cascare le palle. Non bastasse questo i We are Scientists al nostro arrivo hanno già superato la metà del concerto, decidendo contro ogni logica di suonare prima del gruppo di supporto...ah complimenti! Malgrado tutto, la mezz'ora di gig restante ci dà un assaggio soddisfacente dei Nuiorchesi. Tecnici e dotati al punto giusto, peccano solo di eccessiva modestia e scarsa attitudine da rockstar. La valutazione è comunque più che positiva.
Solo ad esibizione conclusa vediamo arrivare il cosidetto "popolo indie", constatando cosi' la stupidità di chi si sente parte di un movimento solo perchè ne rispetta l'estetica...e dopo aver salutato il Boss decidiamo di svoltare la serata. Spinti dall'eclettismo che ci contraddistingue ci spostiamo quindi all'Area Bovisa per la serata Re:charge, un'iniziativa legata al mondo del clubbing, della musica elettronica e delle arti digitali. Qui le aspettative vengono invece ripagate e ampiamente superate. In una location post-industriale, tra visuals su schermi giganti, sound system eccellente e atmosfera da rave dei tempi migliori, ci lasciamo trascinare nel vortice della minimal techno e per una volta il mood in quattro quarti non ci fa rimpiangere le chitarre. La quantità di persone di ogni genere presenti all'evento testimonia il successo del marketing virale e soprattutto l'interesse crescente nei confronti di un'elettronica d'avanguardia e senza compromessi. Indie rock...sei avvisato.